Covid e inquinamento. La diffusione in tutto il mondo del Covid-19 sembra chiaramente presentare, nei diversi focolai, notevoli differenze in termini di tassi epidemici e di mortalità.
Salve a tutti mi chiamo Riccardo Formelli fondatore di Marketing analogico oggi voglio parlarvi di Covid e inquinamento. Ritengo opportuno dedicare alcuni articoli alla salvaguardia dell’ambiente.
Queste differenze sollevano importanti questioni relative all’influenza dei fattori atmosferici, naturali. (come la temperatura e l’umidità) o antropici (come l’inquinamento), sulla così elevata trasmissibilità e differenza di mortalità della malattia.
Quali sono le cause principali dell’ inquinamento atmosferico?
L’inquinamento atmosferico è dovuto parte all’uomo e parte all’ambiente. Tra le causali dovute all’uomo spiccano traffico agricoltura e industria.. Mentre la natura contribuisce con tempeste di polvere, vulcani ed anidride carbonica emessa dagli alberi.
Quali sono le fonti principali di inquinamento atmosferico?
Le fonti principali sono: traffico ed emissioni carboni che dei mezzi motorizzati, combustione della legna, agricoltura e industria.
Covid e inquinamento – Interazione tra inquinamento dell’aria e Covid 19
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Atmosphere ci aiuta a capire. In collaborazione con l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima e del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce e Roma tratta quanto segue. Parliamo di interazione tra inquinamento dell’aria e Covid-19. Si mette a confronto le supposizioni con i dati che già conosciamo.. Le conclusioni necessitano di maggiori chiarimenti.
“Il lavoro inizia con lo studio di due problematiche. Le domande sono legate all’influenza della vulnerabilità pregressa. Un altra causa è inquinamento atmosferico sull’ esposizione al Covid -19. L’altra invece è rappresentata dal meccanismo di trasporto e diffusione nell’area senza contatto fisico. Quest’ultima causa rende il virus estremamente aggressivo.
Inquinamento atmosferico – Covid e inquinamento
Senza dubbio possiamo supporre quanto segue. Quotidianamente veniamo esposti in tempi abbastanza prolungati all’inquinamento atmosferico. Questo fattore può aumentare la nostra vulnerabilità al Covid-19. Questo ci può portare a contrarre, forme più aggressive con prognosi gravi. Tuttavia, deve ancora essere dimostrato l’incidenza dell’inquinamento atmosferico rispetto ad altri fattori. Covid e inquinamento sono tuttora sotto lo studio di esperti.
I dati recenti mostrano focolai in zone rosse. Queste sono caratterizzate da livelli di inquinamento diversi tra loro, ma i dati sui contagi sono ancora fuorvianti. Questo è conseguenza di disparità dovute alla precisione con la quale vengono effettuati i tampone.
Trasmissione del virus in aria
È stato affrontato inoltre il tema riguardante la proprietà del virus di diffondersi nell’aria. “Un tema attualmente molto dibattuto e ritenuto dagli autori dello studio plausibile, anche se non è ancora stato determinato quanto incida rispetto ad altre forme di trasmissione quali il contatto diretto e il contatto indiretto tramite superfici contaminate“.
“La trasmissione per vie aeree può avvenire in due modi. La prima attraverso le particelle emesse da una persona contagiata con starnuti o colpi di tosse. oppure attraverso i microorganismi che emettiamo durante la respirazione e con il parlato, o il residuo secco che rimane dopo l’evaporazione, si generalmente di dimensioni più piccole (< 5 µm), che può rimanere in sospensione per tempi maggiori.
Distinzione tra ambienti interni ed esterni
Come abbiamo visto dunque I margini di incertezza tra Covid e inquinamento sono ancora ampi. “Per valutare correttamente la probabilità di contagio attraverso quest’ultimo meccanismo, si deve inoltre distinguere tra ambienti interni (indoor) ed esterni (outdoor) ed è necessario tenere conto di molti parametri, tra cui le concentrazioni di virus in aria e il loro tempo di vita, due parametri poco noti: per il tempo di vita si parla di circa un’ora in condizioni controllate di laboratorio, mentre in esterno il tempo potrebbero essere ridotto dall’influenza dei parametri meteorologici come temperatura, umidità e radiazione solare, che possono degradare le capacità infettive del virus”, osservano i ricercatori Cnr-Isac.
Le concentrazioni di virus rilevate in aree pubbliche in relazione a Covid e inquinamento
“In esterno, le concentrazioni di virus rilevate in aree pubbliche a Wuhan sono al limite della rilevabilità (< 3 particelle virali/m3), in confronto alle tipiche concentrazioni di particolato nelle aree urbane inquinate, che possono arrivare a 100 miliardi di particelle/m3. Pertanto, la probabilità di trasmissione con questo meccanismo in outdoor sembra essere molto bassa. Vi può ovviamente essere una maggiore probabilità in specifici ambienti indoor, come ospedali e aree in cui i pazienti sono messi in quarantena, o mezzi pubblici in cui viaggino molti contagiati. 1ª di concludere ti invito anche a leggere il mio articolo riguardante il covid e le teorie sul complotto.
In questi ambienti, la sorgente è più intensa e la dispersione del virus in aria più limitata in termini spaziali, per cui si possono osservare concentrazioni più elevate e condizioni microclimatiche più favorevoli alla sopravvivenza del virus. In questi ambienti, è consigliabile mitigare il rischio per le persone suscettibili mediante la ventilazione periodica, la decontaminazioni delle superfici e l’utilizzo di sistemi di condizionamento con tecnologie appropriate, per limitare la circolazione di bioaerosol nell’ambiente indoor”. Se vi fa piacere potete approfondire l’argomento in questo comunicato stampa del consiglio nazionale delle ricerche (CNR) in cui si parla di come Il particolato atmosferico non favorisce la diffusione in aria del Covid-19.