Cambiamenti climatici. Vuoi approfondire l’argomento? Viviamo su un pianeta selvaggio. Abbiamo a che fare, allo stesso modo con un globo traballante in continua eruzione. In altre parole sommerso dagli oceani che vaga nel vuoto portandosi dietro una gigantesca esplosione termonucleare.
Salva tutti sono Riccardo Formelli fondatore di Marketing Analogico e oggi voglio parlarvi di cambiamenti climatici.
L’instabilità del nostro pianeta e l’anidride carbonica
Grandi rocce sfrecciano verso l’alto, e sulla superficie terrestre interi continenti si scontrano, si frantumano e di tanto in tanto si ribaltano, uccidendo quasi ogni forma di vita. Il nostro pianeta è instabile. Quando l’invisibile attrazione dei corpi celesti punta la Terra verso una nuova stella polare, lo spostamento della luce solare può prosciugare il deserto del Sahara o riempirlo di ippopotami. Tutto questo potrebbe causare enormi cambiamenti climatici.
Fatto ancora più interessante per noi oggi, nel corso della storia. Un cambiamento climatico nella composizione dell’atmosfera della Terra di appena lo 0,1 per cento ha determinato il passaggio da afose foreste pluviali artiche a quasi un chilometro di ghiaccio sopra Boston. La trascurabile componente dell’aria che determina questa differenza è l’anidride carbonica. Con un evidente cambiamento climatico.
L’anidride carbonica e il riscaldamento del pianeta nel corso della storia
Si è capito il ruolo cruciale della CO2 nel riscaldamento del pianeta già nella seconda metà dell’ottocento. E non solo sulla base dei modelli matematici: il pianeta ha sperimentato diversi livelli di anidride carbonica nell’atmosfera. Tutto questo lo ha portato verso enormi cambiamenti climatici. il cambiamento climatico è alle porte, ognuno di noi ha il dovere di salvare il pianeta.
In alcuni momenti della sua storia, grandi quantità di anidride carbonica sono uscite dalla crosta terrestre e dai mari, e il pianeta si è riscaldato. Altre volte, invece molta CO2 è rimasta nascosta nelle rocce e nelle profondità degli oceani. Il pianeta si è raffreddato. Per cercare di stare al passo, nel corso delle ere il livello dei mari si è alzato e abbassato. Le linee costiere sono scivolate in avanti sulla piattaforma continentale, per poi arretrare di nuovo. Durante l’eone fanerozoico – il periodo geologico in cui viviamo oggi, cominciato cinquecento milioni di anni fa – la CO2 è stata il motore principale del clima terrestre. E a volte, quando il pianeta ne ha emessa una quantità colossale nell’atmosfera, le cose sono andate terribilmente male.
Nell’articolo scritto in precedenza vi spiego come usare il carbone vegetale per sbiancare i denti.
Conseguenze dell’emissione di anidride carbonica , cause cambiamenti climatici
Oggi gli esseri umani stanno emettendo anidride carbonica a una delle velocità più elevate mai viste. Non si rendono conto contro quali enormi cambiamenti climatici stanno andando incontro. Quando qualche negazionista ci dice che il clima cambia continuamente ha ragione. Tuttavia non è affatto una buona notizia. “Il sistema climatico è una bestia furiosa”, amava dire Wally Broecker, climatologo della Columbia university, morto nel 2019. “E noi la stiamo stuzzicando”. La bestia ha appena cominciato a ringhiare. Dobbiamo ricercare nel surriscaldamento globale l’anidride carbonica come una delle cause naturali effetto.
Tutta la storia umana conosciuta. Solo poche migliaia di anni, un semplice battito di ciglia rispetto al tempo geologico – si è svolta forse nella finestra climatica più stabile degli ultimi 650mila anni. La memoria breve della nostra civiltà e la nostra straordinaria fortuna ci hanno protetti dalla violenza del clima. Ma l’esperimento chimico lanciato dall’umanità sul pianeta potrebbe spingere il clima ben oltre questi limitati parametri storici, in uno stato simile a quello di decine di milioni di anni fa. Vale a dire un mondo inadatto all’Homo sapiens. Questo potrebbe voler dire “ punto di non ritorno causa clima “.
Quando nell’aria c’è stata la stessa quantità di anidride carbonica di oggi il mondo era molto più caldo, con mari venti, metri più alti rispetto a oggi. Com’è possibile? Il pianeta non ha ancora trovato il suo equilibrio con l’atmosfera distorta creata di recente dalla civiltà industriale. Se la CO2 rimarrà ai suoi livelli attuali, o se non aumenterà di molto, ci vorranno secoli, forse millenni, prima che il pianeta si assesti. La transizione sarà drammatica nel breve e nel lungo periodo e, quando sarà completa, la Terra apparirà molto diversa da quella che ha tenuto in vita l‘umanità. Stiamo andando incontro ad enormi cambiamenti climatici Questa è la triste lezione della paleoclimatologia: il pianeta sembra rispondere alle piccole provocazioni in modo molto più aggressivo di quanto prevedano i nostri modelli.
Catastrofi climatiche in arrivo? Viaggio indietro nel tempo per capire quali cambiamenti climatici stiamo andando incontro
Per comprendere gli stravolgimenti in arrivo dobbiamo ripercorrere la storia delle cause dei cambiamenti climatici. Faremo quindi un viaggio indietro nel tempo, a partire dalla storia documentata. 1 sorta di ” ritorno al futuro “. Successivamente arriveremo alla torrida serra ad alto contenuto di CO2 della prima era dei mammiferi, cinquanta milioni di anni fa.
I primi due passi indietro nel tempo non ci porteranno in un mondo più caldo. Tuttavia ci permetteranno di capire quanto il pianeta sia sensibile. A quanto sembra, viviamo su un pianeta caratterizzato dalla crescita alternata alla disgregazione di enormi calotte di ghiaccio in risposta a piccole variazioni della luce solare e dei livelli di anidride carbonica. Il periodo caldo attuale è solo la cima di una catena montuosa: ogni cima è una primavera interglaciale come quella che stiamo vivendo, e ogni fondovalle una gelata.
Ci vuole un po’ di impegno per uscire da questo ciclo ma, con gli attuali livelli di CO2, nel prossimo futuro non torneremo a un’era glaciale. Per trovare analogie con il tipo di riscaldamento che probabilmente vedremo nei prossimi decenni e secoli dobbiamo tornare indietro a prima delle ere glaciali degli ultimi tre milioni di anni e parlare delle terre aliene di decine di milioni di anni fa. Il nostro futuro potrebbe somigliare a quegli strani mondi perduti. Questo sarà l’effetto dei mutamenti climatici.
Distese di cammelli castori giganti , enormi cambiamenti climatici
Prima di fare questo incredibile salto indietro, soffermiamoci brevemente sulla storia della civiltà, e non solo. Diecimila anni fa in Eurasia e nelle Americhe i grandi mammiferi erano appena scomparsi, a causa degli esseri umani. Le steppe un tempo erano piene di mammut e cammelli. Le zone umide abitate da castori giganti erano diventate improvvisamente vuote. Le coste che la nostra civiltà immagina eterne erano ancora ben oltre l’orizzonte. Ma il livello dei mari si stava alzando. Un enorme cambiamento climatico stava per arrivare.
Le vestigia di strati di ghiaccio spessi più di un chilometro che avevano ammantato un terzo del territorio nordamericano si stavano ritirando negli angoli più remoti del Canada, inseguite dalla tundra e dalla taiga. Nel giro di qualche millennio l’acqua di disgelo rilasciata da queste lastre di ghiaccio avrebbe alzato il livello dei mari di centinaia di metri, facendo affondare sotto acque profonde le barriere coralline che erano state bagnate dalla luce del sole. Una delle cause del surriscaldamento globale.
Lo sviluppo dell’agricoltura , il deserto una distesa verde
Novemila anni fa nella Mezzaluna fertile, in Cina, in Messico e sulle Ande gli esseri umani avevano cominciato a sviluppare l’agricoltura e, dopo 200 mila anni di vagabondaggio, crearono i primi insediamenti. Introdussero la divisione del lavoro e crearono nuove arti. Nelle città più antiche della Terra, come Gerico, c’era un gran fermento.
È facile dimenticare che la Terra – accogliente, pastorale, familiare – è comunque un corpo celeste. L’astronomia ha ancora voce in capitolo nei suoi affari. Circa ogni ventimila anni il pianeta ruota intorno al proprio asse e diecimila anni fa, all’alba della civiltà, la metà superiore puntava verso il Sole quando la sua orbita era più vicina, posizione di cui oggi gode l’emisfero australe. Il calore dell’estate settentrionale aveva trasformato il Sahara in una distesa verde. I laghi, che ospitavano ippopotami, coccodrilli, tartarughe e bufali, andavano dal Nord africa all’Arabia. Enormi cambiamenti climatici. Oggi sotto il Mediterraneo centinaia di strati di fango scuro si alternano a strati di melma più chiara. La dimostrazione di come il Sahara sia passato da regione lussureggiante a desertica.
La terra lussureggiante e l’era dei faraoni
Impressi in questo ciclo c’erano gli ultimi sussulti di un’era glaciale che aveva attanagliato il pianeta nei centomila anni precedenti. La Terra si stava ancora scongelando e, con l’innalzamento delle maree, enormi distese e foreste come la Doggerland, una pianura che univa l’Europa continentale alle isole britanniche. Queste furono abbandonate dagli esseri umani e lasciate in balia dei mari. Periodo di grandi migrazioni climatiche.
Cinquemila anni fa, quando l’umanità stava emergendo da millenni di analfabetismo. Il ghiaccio aveva smesso di sciogliersi e gli oceani che si erano sollevati per 15mila anni si erano finalmente stabilizzati, facendo emergere le coste attuali. Nell’estate del nord la luce del sole era diminuita e le piogge si erano spostate di nuovo a sud, verso l’equatore. Il Sahara cominciò a inaridirsi, com’era successo molte altre volte. Le persone che per migliaia di anni avevano abitato l’interno verdeggiante del Nord africa – cacciando, pescando e coltivando – abbandonarono quelle lande ormai aride e si raccolsero lungo il Nilo. Cominciò l’era dei faraoni. Gli storici si dicono che proprio in quel periodo le nacque la farina di tumminia.
Secondo gli standard geologici, in seguito il clima rimase notevolmente stabile. Tutto questo fino all’improvviso riscaldamento degli ultimi decenni. È un fatto inquietante, perché la storia ci dice che anche una disavventura climatica localizzata banale può determinare il crollo di una società. Circa 3.200 anni fa un’intera rete di civiltà. Una vera economia globalizzata crollò quando fu colpita da un evento climatico di minore importanza.
Conclusioni
“C’è carestia nella nostra casa, moriremo tutti di fame. Se non torni presto, moriremo di fame anche noi. Non troverai anima viva sulla tua terra”. Questa lettera fu mandata ai soci di un’impresa siriana che aveva avamposti in tutta la regione, mentre le città – dal Levante all’Eufrate crollavano. Le mura del tempio funerario di Ramses III, l’ultimo grande faraone del periodo conosciuto come nuovo regno d’Egitto, raccontano di migrazioni di massa, via terra e via mare, e di guerre con misteriosi invasori. In pochi decenni l’intero mondo dell’età del bronzo scomparve. Potremmo dover affrontare enormi cambiamenti climatici. Tutto questo potrebbe accadere anche nel breve periodo alla nostra civiltà. l’inquinamento climatico deve essere un tema ampiamente dibattuto soprattutto nelle scuole.
Noi invece siamo propensi alla continua ricerca del benessere .